Fiabe indiane: Tra ghiacci, foreste, fiumi, deserti (Mille e una fiaba Vol. 5) (Italian Edition) by AA. VV

Fiabe indiane: Tra ghiacci, foreste, fiumi, deserti (Mille e una fiaba Vol. 5) (Italian Edition) by AA. VV

autore:AA. VV. [VV., AA.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788809796744
editore: Giunti
pubblicato: 2015-12-09T00:00:00+00:00


PERCHÉ IL PESCE RISE

Una volta una pescatrice, tornandosene a casa, passò vicino al palazzo reale. La regina, che era a una finestra, la chiamò per farsi mostrare ciò che la donna aveva pescato. Proprio in quel momento un grosso pesce sobbalzò sul fondo della cesta.

“È maschio o femmina?” chiese la regina. “Perché io voglio un pesce femmina!” Sentendo ciò, il pesce scoppiò a ridere forte.

“È maschio!” replicò la pescatrice, e continuò la sua strada.

La regina tornò nel palazzo infuriata. Quando il re si recò da lei quella sera, notò immediatamente che c’era qualcosa di storto. “Che succede, cara? Non stai bene?”

“Sto benissimo, grazie. Ma sono molto seccata per lo strano comportamento di un pesce. Oggi una donna mi ha mostrato un pesce e quando domandai se fosse maschio o femmina, quello si mise a ridere in modo estremamente maleducato.”

Il re rimase sbalordito: “Un pesce che ride? Impossibile, probabilmente l’hai sognato!”

La regina si indispettì ancor di più: “Non sono una pazza, l’ho visto con i miei occhi e l’ho udito con queste orecchie!”

“Beh, ammetterai che è molto strano” disse il re, “comunque farò le mie indagini e ti farò sapere!”

La mattina seguente il re riferì al visir ciò che la moglie gli aveva raccontato e ordinò che si facesse un’indagine sulla questione e che entro sei mesi gli fosse fornita una spiegazione convincente, pena la morte!

Il visir non sapeva che pesci pigliare, ma non poté far altro che acconsentire. Per cinque mesi cercò indefessamente di trovare una spiegazione per la risata del pesce: chiese a tutti in tutti gli angoli del regno, consultò saggi, eruditi, maghi e incantatori. Ma nessuno seppe spiegare il mistero della risata del pesce.

Allora, con il cuore spezzato per la certezza di essere destinato alla morte, il visir tornò a casa e cominciò i preparativi per abbandonare questo mondo. Sapeva bene che il re avrebbe mantenuto la sua promessa. Tra le altre cose, consigliò al proprio figlio di mettersi in viaggio e di tornare solo dopo qualche tempo, quando l’ira del sovrano si fosse un poco calmata.

Il giovane, che era bello e intelligente, si mise in cammino, seguendo le proprie gambe e la propria sorte. Qualche giorno più tardi si imbatté in un vecchio contadino che stava tornando al villaggio dopo un viaggio. I due strinsero amicizia e cominciarono a viaggiare insieme. La stagione era molto calda e le giornate lunghe e faticose.

“Non credi che sarebbe più piacevole se potessimo trasportarci un po’ l’un l’altro?” fece il giovane. E il vecchio pensò: “Che sciocco ragazzo!”

Dopo un po’ i due passarono lungo un campo di grano maturo per la falce e ondeggiante nella brezza estiva, che sembrava un mare dorato.

“È mangiato o no?” chiese il giovane.

Il vecchio non sapeva che dire e si limitò a rispondere: “Non lo so.”

Dopo un lungo tratto i due viaggiatori giunsero in una cittadina. Il giovane consegnò al suo compagno di viaggio un coltellino e gli disse: “Prendi, amico, e con questo procurati due cavalli. Ma ti prego, riportamelo, perché è molto prezioso!”

Il



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